Social Network, istruzioni per un utilizzo consapevole

Autore: Avvocato Andrea Rossi

Tempo di lettura previsto 3 minuti

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Questo il titolo del convegno tenutosi il 15 marzo scorso ad Argenta, a cui ho partecipato come relatore e socio del Lions Club Argenta ed organizzato in co-progettazione tra il predetto club Lions e dal Comune di Argenta.

Si è svolto un dibattito con diverse professionalità coinvolte nel fenomeno del Cyberbulismo delle condotte da tenere, rischi da evitare e nuove opportunità per i ragazzi nella navigazione sui Social Network e del rischio attuale di Cyberbullismo.

 

Ecco un video gallery della giornata…

 

 

Il mio intervento.

 

Come avvocato, ho illustrato ai ragazzi alcuni consigli per una navigazione sicura sui Social Network.

Dopo aver chiarito in che cosa consistono i “social network” come “reti sociali” capaci di mettere in comunicazione l’utente con migliaia di altri utenti, li ho paragonati a vere e proprie “piazze” affacciate sul mondo e per questo ho lanciato il seguente messaggio che navigare in internet ci obbliga al rispetto delle regole, perché può cagionare danni per sé e per altri, al pari di quando si circola per strada.

Per evitare persone poco raccomandabili come i bulli che si fanno forza proprio nascondendosi dietro ad uno schermo virtuale, occupandomi di questa tematica ho suggerito dei consigli pratici di privacy  dal creare profili accessibili solo alla cerchia dei propri contatti (o amici), al dare l’amicizia solo a persone che si conoscono nella vita reale perché dietro lo schermo non si sa mai chi si può nascondere, fino a limitare al minimo la condivisione di fotografie ed informazioni personali, esortando a non pubblicare indirizzi di casa o il numero di telefono e di conservare con cura le password di accesso.

Forza e rischio dei social network sono la facilità di utilizzo e la viralità dei contenuti, capaci di raggiungere in poco tempo un numero illimitato di persone. Da qui, ulteriore consiglio dato ai giovani è stato quello di pubblicare foto di altre persone solo con il loro consenso, ma soprattutto quello di non inviare foto succinte a nessuno, attraverso le chat room, in quanto il ricevente potrebbe, violando la riservatezza e la fiducia, inviare a sua volta quel contenuto ad altri, raggiungendo in poco tempo migliaia di utenti.articolo_giornale_cryberbullismo_argenta_lions_avvocatorossi

Infine, ho esortato i giovani a navigare secondo buon senso ed in caso di aiuto, a non avere paura di rivolgersi a genitori ed insegnanti, avendo cura di conservare i supporti con i contenuti inappropriati.

La seguente citazione di Oscar Wilde riassume il contegno da tenere in seguito ad un atto di bullismo… “non discutere mai con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”.

 

Intervento della rappresentante della Polizia Postale.

 

E’ allora intervenuta la dr.ssa Marilena Campioni, rappresentante della Polizia Postale, che ha illustrato proprio un caso ormai ricorrente che si svolge attraverso l’utilizzo di WhatsApp, un’applicazione molto diffusa che permette ai possessori di cellulari l’invio veloce di sms, fotografie e video. Il caso vede una giovane ragazza inviare una propria foto succinta al proprio fidanzato ed anche alla propria amica, finendo poi nel giro di poco tempo per essere visibile sui cellulari di tutti i ragazzi della scuola con conseguenze poi molto pesanti sia a livello psicologico che di commissione di reati. Da qui anche la tendenza che vede sempre più spesso i minorenni da vittime trasformarsi sempre di più in colpevoli di reati inerenti la pedopornogrfia.

Dopo avere chiesto ai ragazzi presenti se comprendevano la gravità di questa condotta, ha illustrato tutti i reati nei quali possono incappare ed essere sottoposti al giudizio del Tribunale dei minori quali violazione della privacy (mancanza del consenso della persona ritratta), diffamazione (lesione della reputazione della ragazza), pornografia minorile (cessione di materiale pornografico riguardante minori), fino ad istigazione al suicidio nei casi più gravi.

Si è illustrato poi il caso di un altro social network, diffuso tra i giovani ASK, che permette ai giovani di porre domande ed ottenere risposte, con la forma dell’anonimato. Viene in realtà spesso utilizzato per offendere e prendere in giro le categorie più deboli come ad esempio i disabili, facendosi scudo del fatto che in tale sito si può rimanere anonimi (ma non per la polizia postale che può sempre quindi perseguire questi reati di diffamazione). E’ stato chiarito che vi sono molti casi all’attenzione della polizia giudiziaria di minori che pubblicano le più crude invettive, compiendo così reati come ingiuria (offesa della persona) e nei casi più gravi in cui il destinatario delle offese arriva a suicidarsi, anche reati gravissimi quali l’istigazione al suicidio.

 

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Anche la stampa – Nuova Ferrara – ha ripreso l’evento con l’articolo «Dai social network va preso il meglio»

 
 
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